È il romanzo di una donna, prima ancora che di una coppia. Agli albori della Prima Guerra Mondiale, Thérèse sposa suo cugino Martial, che partirà subito dopo per il fronte. Rimasta vedova prematuramente, alla fine della guerra Thérèse sposa Bernard, sperando di trovare accanto a lui quella pace che fino ad allora le era stata negata. Tuttavia Bernard, al ritorno dalla guerra sembra cambiato: al posto del ragazzino orgoglioso delle proprie ferite di guerre, c’è un uomo senza scrupoli, che mette al rischio la vita di suo figlio pur di perseguire i propri sprechi.
Thérèse e Bernard hanno tre figli, ma il matrimonio è ben diverso dall’idillio che Thérèse immaginava. Bernard è un marito assente e un arrampicatore sociale che non esista ad abbandonare sua moglie. Ancora una volta la guerra si fa carico dei destini degli uomini. Durante la Seconda Guerra mondiale Bernard è fatto prigioniero, mentre Thérèse deve affrontare la solitudine e la mancanza di denaro. Anche questa guerra però, cambierà gli animi e brucerà nel cuore di Thérèse e Bernard proprio come quei falò dell’autunno che bruciano le erbe cattive prima di preparare la terra per le nuove sementi.
L’Adelphi ci regala uno dei più bei romanzi di Irène Némirovsky, pubblicato per la prima volta in Italia nella versione ritrovata tra le carte dell’autrice dalla studiosa italiana Teresa M. Lussone. Traduzione di Laura Frausin Guarino.
Adelphi, 2012
Recensione a cura di Lettrice88